Gli esseri umani hanno un meccanismo di autoconservazione che innesca un sentimento di disgusto, aversione o paura di fronte a certi stimoli o situazioni potenzialmente pericolose. Grazie a questo meccanismo, impariamo a non bruciarci con il fuoco, a non ingerire bacche, frutti o animali non commestibili o velenosi e a non metterci in situazioni potenzialmente pericolose.
A volte, tuttavia, questo stesso meccanismo si innesta, con sentimenti di paura, anche per stimoli innocui; ciò accade se abbiamo assistito o immaginato una situazione in cui ci siamo sentiti in pericolo, o se quello stimolo o situazione in qualche modo viene associato a qualcosa che riteniamo pericoloso per la nostra salute fisica o mentale. In questo caso si tratta di una fobia.
Perciò è possibile sviluppare una fobia specifica per qualunque oggetto o situazione, sebbene agli occhi dei più possa apparire immotivata. Alcune di queste fobie riguardano stimoli così rari (es. serpenti), che non ha senso preoccuparsene; altre tuttavia riguardano stimoli molto comuni (es. piccioni, germi, mezzi pubblici), che se non vengono affrontate possono limitare fortemente la vita quotidiana, innescando un meccanismo di evitamento che si autoalimenta e priva della possibilità di vedersi in grado di gestire la vicinanza con l’oggetto o la situazione temuta.
Nel percorso con uno psicoterapeuta quindi si cercherà di comprendere il significato o di rievocare il ricordo associato alla fobia, per procedere a una nuova costruzione di significato e risolvere la paura sottostante.