TEORIA DELL'ATTACCAMENTO
In Studio Internazionale Psicologia, la pratica clinica non può prescindere dai dati di ricerca. La teoria dell’attaccamento è il collante evidence-based del nostro team e ciò che guida il nostro lavoro
La teoria dell'attaccamento
Secondo la teoria dell'attaccamento, proposta inizialmente da John Bowlby negli anni 60, i bambini dispongono fin dalla nascita di una predisposizione innata a sviluppare la miglior relazione possibile con chi si prende cura di loro e ne può garantire la sopravvivenza. Dunque, si crea una relazione particolare, appunto una "relazione di attaccamento" con il care-giver, che in genere è rappresentato dalla madre nei primi mesi di vita, poi anche dal padre e da tutte le persone che si prendono cura del bambino.
In altri termini, abbiamo imparato fin da piccoli a comportarci in un determinato modo per fa sì che le nostre figure di attaccamento ci sfamino, ci scaldino e ci proteggano. Ogni bambino impara ad adattarsi alla personalità del genitore in modo da suscitare così questi comportamenti di accudimento.
In uno stile di attaccamento sicuro, le figure di attaccamento agiscono da “base sicura”: permettono di esplorare il mondo e fare esperienze nuove con la sicurezza di poter ricevere aiuto in caso di bisogno.
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Secondo la teoria dell'attaccamento, il modo di comportarsi nelle relazioni affettive che si è sviluppato nei primi anni di vita resta invariato per tutta la vita,"dalla culla alla tomba" diceva Bowlby, ed è riscontrabile anche nelle relazioni da adulti.
La conferma sperimentale
Le idee di Bowlby, che i comportamenti del bambino si adattano agli atteggiamenti del genitori, hanno avuto innumerevoli conferme sperimentali.
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Tra i primi e i più noti esperimenti, ci furono gli studi di Mary Ainsworth negli anni 70, in cui venne usato un protocollo standard, chiamato “strange situation”, per analizzare il comportamento dei bambini tra i 12 e i 18 mesi, in funzione della personalità della madre. Si giunse a identificare 4 tipologie principali di interazione madre-bambino, appunto 4 stili di attaccamento. I risultati sono stati replicati innumerevoli volte in 50 anni, e si è anche confermato, non solo che lo stile d'attaccamento resta invariato fino all'età adulta (a meno che non intervengano esperienze correttive), ma si tramanda fino (almeno) alla terza generazione degli appartenenti alla stessa famiglia.
Gli stili d'attaccamento
Attaccamento Sicuro: i bambini si sentono liberi di esprimere il proprio malessere in una situazione di disagio ma si sentono presto rassicurati dalla figura di attaccamento. Chi ha uno stile d’attaccamento sicuro, da adulto tende a sentirsi a proprio agio nei rapporti interpersonali, nutre fiducia nei confronti della disponibilità altrui e si preoccupa raramente di non essere accettato o di essere lasciato solo.
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Attaccamento Insicuro – evitante: di fronte a madri emotivamente poco disponibili, i bambini hanno imparato a non esprimere il proprio disagio, consapevoli che la figura di attaccamento non è in grado di confortarli o non mostra interesse a farlo, e hanno imparato ad essere fin troppo autonomi in molte attività e a rassicurarsi da solo. Per ottenere la vicinanza della figura di attaccamento usano comportamenti prestazionali, o comportamenti di sacrificio o di accudimento inverso. Chi ha uno stile di attaccamento evitante, da adulto fatica a stringere relazioni intime e profonde, e aspettandosi costantemente di essere abbandonati o non corrisposti, può tenere le persone a distanza, oppure essere così richiedente da finire per essere lasciato davvero (autosabotaggio).
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Attaccamento Insicuro-ambivalente: i bambini sono abituati ad avere a che fare con figure di attaccamento imprevedibili: a volte fin troppo presenti e apprensive, a volte totalmente assenti in maniera inaspettata. Perciò, per assicurarsi la vicinanza fisica della figura di attaccamento, hanno imparato a mostrare il disagio in maniera esagerata e inconsolabile. Gli adulti con uno stile di attaccamento insicuro vivono le relazioni intime con ansia, intensamente assorbiti dalla ricerca di una vicinanza emotiva con gli altri, hanno bisogno di stabilire un contatto continuo, e, in assenza di questo, possono sentirsi insicuri e privi di valore.
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Attaccamento Disorganizzato: i bambini interagiscono con figure di attaccamento dai comportamenti inspiegabili e contraddittori, che a volte possono essere spaventate o spaventarli. Perciò la figura di attaccamento viene contemporaneamente percepita sia come fonte di sicurezza, che come fonte di pericolo e non sanno se avvicinarsi o allontanarsi da loro. Sono situazioni traumatizzanti e i bambini non mostrano una strategia relazionale coerente. Gli adulti con un attaccamento disorganizzato desiderano instaurare delle relazioni intime ma non sono in grado di farlo per sfiducia e paura nei confronti degli altri o perché mettono in atto comportamenti che per l'altro risultano difficili da comprendere o da gestire.
La terapia basata sull'attaccamento
L’obbiettivo di una psicoterapia basata sull’attaccamento è di fornire un'esperienza di attaccamento correttiva, che va a curare le ferite nella relazione con i care-giver nel passato che determinano le difficoltà del presente.
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Con questo scopo, la relazione terapeutica con il cliente è al centro del nostro lavoro. Anche la terapia EMDR può essere direzionata a processare tutti i piccoli e grandi traumi dell'attaccamento per far sì che si riesca a sviluppare uno stile affettivo sicuro.
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