Se ci si accorge di prestare troppa o troppo poca attenzione al cibo e alla propria immagine corporea, è possibile che si stia sviluppando un disturbo alimentare: si assumono regole alimentari troppo rigide o totalmente assenti, o che oscillano tra l’estrema disciplina e la totale sregolatezza.
I disturbi alimentari più comuni includono: la difficoltà ad alimentarsi (anoressia), o un’alimentazione incontrollata (bulimia nervosa), l’alimentazione eccessiva (obesità) o limitata ad alcune fasce orarie (digiuni e/o alimentazione notturna), l’eccessivo controllo degli apporti nutritivi (ortoressia) e l’eccessiva attenzione all’immagine corporea e alla massa muscolare (bigoressia).
In molte di queste situazioni il cibo assume un valore simbolico e diventa il tramite attraverso il quale si cerca di risolvere alcune difficoltà personali e di relazione, laddove l’autostima e la fiducia in sé stessi viene associata all’immagine corporea, oppure può rappresentare il mezzo con cui gestire le proprie emozioni o problematiche profonde. Proprio per questo motivo, spesso si fa fatica a parlare ad altre persone del proprio rapporto con il cibo e la sensazione di vergogna che ne deriva è il campanello d’allarme che può far pensare di aver sviluppato un disturbo alimentare.
Il percorso con uno psicoterapeuta non ha nulla a che vedere con le prescrizioni fornite da un dietologo o un nutrizionista. Nella terapia dei disturbi alimentari si parla molto poco di cibo e molto di emozioni, per comprendere le radici profonde dell’attenzione esagerata o totalmente mancante verso tutto ciò che riguarda l’alimentazione, con lo scopo di individuare strategie più funzionali per la regolazione emotiva e di recuperare la fiducia in se stessi in maniera svincolata dall’alimentazione e dall’immagine corporea.